Il 14 giugno 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (L150) il cosiddetto “Pacchetto economia circolare”.
Si tratta di quattro Direttive in materia di rifiuti che modificano sei provvedimenti, anch’essi riguardanti la gestione dei rifiuti.
Le nuove norme comunitarie sono entrate in vigore il 4 luglio scorso, mentre gli Stati membri UE dovranno adeguare la propria legislazione nazionale entro il 5 luglio 2020. Saranno di conseguenza modificati i decreti legislativi attualmente vigenti nel nostro Paese nei settori interessati dalle quattro Direttive, a cominciare dal testo unico ambientale (D.Lgs. 152/2006).
Le modifiche legislative riguardano non solo la Direttiva “madre” sui rifiuti (Direttiva 2008/98/CE), ma anche la disciplina sulle discariche di rifiuti (Direttiva 1999/31/CE); la Direttiva sui veicoli fuori uso (Direttiva 2000/53/CE), su pile e accumulatori e relativi rifiuti (Direttiva 2006/66/CE) e sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Direttiva 2012/19/CE).
Le novità del “Pacchetto” riguardano anche la Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Con questi nuovi provvedimenti viene dato ulteriore impulso alla transizione verso la cosiddetta economia circolare, dove – a differenza del passato, non molto lontano per la verità – ogni prodotto non è più destinato necessariamente a giungere a fine vita. Anzi, l’obiettivo perseguito è di riutilizzare, riparare e riciclare i beni in modo da evitare il più possibile che debbano essere smaltiti.
Un ruolo centrale in questo contesto è svolto dalle imprese che saranno chiamate ad abbandonare la consuetudine di fabbricare prodotti a vita breve per concentrarsi su una progettazione più a lunga durata, prolungando dunque la vita dei loro prodotti; una sfida, ma anche un’opportunità per chi sarà in grado di coglierla.
Dall’altro lato i consumatori dovranno orientarsi verso scelte sostenibili. Ciò potrà avvenire grazie anche alla diffusione delle informazioni volte a favorire l’adozione di comportamenti più attenti verso il risparmio di risorse.
Infine anche la politica sarà chiamata a effettuare scelte orientate a questo nuovo approccio all’economia; un particolare impegno dovrà essere speso per abbattere gli ostacoli che ancora impediscono la realizzazione pratica della transizione verso un’economia circolare, anche attraverso la diffusione di una maggiore consapevolezza di cittadini e imprese dei vantaggi ad essa legati.
Avv. Stefania Gorgoglione